Immobiliare in Thailandia
tutto tace sulle riforme per gli stranieri, ma l’interesse resta alto
Salvatore Parisi
4/21/20252 min read


Bangkok, aprile 2025 – A oltre un anno dalla loro presentazione, le tanto attese modifiche legislative che potrebbero rivoluzionare l’accesso al mercato immobiliare thailandese da parte degli stranieri sono ancora ferme ai blocchi di partenza. Nonostante l’attenzione mediatica e le aspettative da parte di investitori e operatori del settore, tutto tace sul fronte del governo: nessun calendario ufficiale, nessuna approvazione definitiva, solo valutazioni tecniche ancora in corso.
Le riforme attese: proprietà straniera al 75% e locazioni a 99 anni
Al centro della discussione ci sono due modifiche chiave:
l’aumento della quota massima di proprietà straniera nei condomini dal 49% al 75%;
l’introduzione di contratti di locazione prolungati fino a 99 anni, rispetto agli attuali 30 + 30.
Queste misure sono considerate fondamentali per rafforzare l’attrattività del mercato immobiliare thailandese e per posizionare il Paese tra le destinazioni più aperte agli investimenti immobiliari internazionali nel Sud-Est Asiatico.
Chi ha promosso l’iniziativa
Le proposte sono state ufficialmente presentate nell’aprile 2024 dal Vice Primo Ministro Phumtham Wechayachai, con il sostegno del Ministro dell’Interno Anutin Charnvirakul. Entrambi fanno parte del governo guidato dal Primo Ministro Srettha Thavisin, il quale ha più volte sottolineato la necessità di attrarre capitali esteri per stimolare la crescita economica.
Uno stallo che frena l’entusiasmo del mercato
Nonostante il forte interesse di developer e investitori – sia locali che stranieri – il governo non ha ancora preso una decisione definitiva. Le proposte restano in fase di studio da parte del Ministero dell’Interno, che sta conducendo analisi tecniche e valutazioni d’impatto tramite il Dipartimento del Territorio.
L’assenza di aggiornamenti ufficiali e la mancanza di una roadmap legislativa chiara stanno generando incertezza, soprattutto tra gli operatori che vedono nella riforma un’opportunità concreta per rilanciare il settore immobiliare, ancora alle prese con gli effetti post-pandemia.
I timori e le resistenze
A frenare l’approvazione immediata ci sono anche preoccupazioni di carattere politico e sociale. Alcuni gruppi locali temono che l’aumento della proprietà straniera possa incidere sui prezzi degli immobili e rendere più difficile l’accesso alla casa per i cittadini thailandesi. In risposta, il governo ha ipotizzato l’introduzione di salvaguardie, come il mantenimento del limite al 49% dei diritti di voto in assemblea condominiale, anche nel caso di un aumento delle quote di proprietà.
Il mercato resta in attesa, ma pronto a ripartire
Nonostante lo stallo legislativo, l’interesse verso il mercato immobiliare thailandese resta alto. Destinazioni come Bangkok, Phuket, Chiang Mai e Pattaya continuano ad attrarre capitali internazionali, in particolare da investitori alla ricerca di seconde case, opportunità di relocation o rendimenti da affitto.
Molti operatori – tra cui sviluppatori, consulenti immobiliari e gruppi stranieri – monitorano da vicino l’evoluzione della situazione, pronti ad attivarsi rapidamente qualora le riforme venissero approvate.
Sebbene ad oggi nulla si muova concretamente, le proposte restano sul tavolo del governo thailandese, e potrebbero riemergere in qualsiasi momento come parte di un pacchetto di stimoli per l’economia. Per gli investitori, è essenziale restare informati, valutare scenari futuri e costruire relazioni solide con partner locali.
Il futuro del real estate thailandese è ancora aperto: tra attesa e speranza, la possibilità di una svolta resta sullo sfondo.